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redazione@insideoutrend.itUn appartamento scenografico nel cuore di Milano diventa il primo showroom virtuale per raccontare il design in modo inedito, social e alla portata di tutti.
Un movimento di rottura, provocatorio, votato all’eccesso e alla sperimentazione giocosa di volumi e cromie, animato da effetti cangianti e luccicanti.
Ancora oggi sono molti gli aspetti di moda e design che riprendono quell'attitudine all'emancipazione e al culto della trasformazione - cifra stilistica degli Anni Settanta.
Con le sue atmosfere suggestive e ricche di contrasti, Tropical Chic è uno stile eclettico, che delinea accostamenti audaci, tra forme minimal e colori brillanti.
“L'evoluzione della civiltà è sinonimo dell'eliminazione dell'ornamento dall'oggetto d'uso.” In Ornamento e delitto Adolf Loos, tra i padri dell’architettura moderna in Europa, identifica nella liberazione dal superfluo un atto di civiltà che leviga la materia e la rende essenziale, funzionale.
Oggi quel minimalismo che poteva sembrare una liberazione, una dichiarazione evolutiva è divenuto un‘imposizione.
A dissolversi non è solo l’apparato ornamentale, ma lo spazio stesso. Una trasformazione silenziosa ma radicale, trainata da nuovi bisogni, necessità economiche, assetti sociali.
Le case che erano ampie e piene di persone, di rituali, di stanze, di mobili pesanti, di lunghe tavole, di credenze strabordanti di oggetti, oggi si riducono, assumendo le dimensioni di micro-appartamenti di città.
Pochi metri quadrati che racchiudono appena più del necessario e dove le funzioni si mescolano fino a confondersi. Così la casa – un tempo manifesto, promessa di appartenenza e di rifugio dal caos – oggi è ufficio, palestra, ristorante, cinema.
È tutto e, allo stesso tempo, niente.
Il rischio è che la funzione finisca per ingoiare la bellezza, per divorare la forma, e che la casa smetta il suo linguaggio evocativo per essere invasa da un nuovo silenzio fatto di tecnologia, schermi sempre accesi, realtà virtuale.
Più diventiamo digitali, più gli spazi si rimpiccioliscono e si svuotano. La casa finisce per perdere la sua concretezza: niente librerie, niente scrivanie, forse solo un visore e una proiezione su asettiche pareti bianche. Si potrà ancora chiamare casa? O sarà solo un luogo in cui transitare senza lasciare traccia? Si potrà ancora parlare di abitare?
Trend Hunters | Elisabetta Cannoletta racconta la sua storia e il progetto “Casa Mia a Milano” di Gallotti&Radice.
La soglia, intesa come luogo in-between, si fa gesto architettonico e incarna un concetto rivoluzionario, diventando interspazio per un abitare sociale.
In via Montenapoleone ogni vetrina racconta una storia, ogni negozio è la scena di un sogno che si materializza lentamente, tra l’arte dell’architettura e il fascino della moda.
Cinquerosso Arte è la non-galleria di Bologna dove l’arte esce da gallerie e musei, scardina schemi elitari e rigide interpretazioni critiche, per farsi inclusiva e accessibile a tutti.