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Suonarestella

Un appartamento scenografico nel cuore di Milano diventa il primo showroom virtuale per raccontare il design in modo inedito, social e alla portata di tutti.

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Suonarestella

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New Memphis

Un movimento di rottura, provocatorio, votato all’eccesso e alla sperimentazione giocosa di volumi e cromie, animato da effetti cangianti e luccicanti.

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New Memphis

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Seventies today

Ancora oggi sono molti gli aspetti di moda e design che riprendono quell'attitudine all'emancipazione e al culto della trasformazione - cifra stilistica degli Anni Settanta.

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Seventies today

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Tropical Chic

Con le sue atmosfere suggestive e ricche di contrasti, Tropical Chic è uno stile eclettico, che delinea accostamenti audaci, tra forme minimal e colori brillanti.

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Tropical Chic

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Andrea Minghini
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06
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2025
coming soon

Una nuova agorà

Dove lo sport diventa spazio di relazione

Un tempo c’erano le piazze. Spazi aperti, vivi, attraversati da corpi e parole, dove l’incontro era spontaneo, quotidiano, necessario. Oggi, i luoghi pubblici hanno perso centralità: i social media hanno assorbito la funzione di aggregatori, il cellulare ha trasformato la ricerca dell’altro in una geolocalizzazione. Non si va più dove potrebbero esserci persone: si va dove è certo che ci siano.

E così, la palestra è diventata una nuova piazza urbana.

Come spiega Francesco Iezzoni, COO del gruppo Gym Nation Italia, anche chi non si allena ci va: per esserci, per trovarsi, per riconoscersi. Un nuovo centro di gravità sociale, dove l’essere umano è protagonista, sì, ma non da solo: è parte di un contesto.

©Autograph Collection

Una trasformazione, questa, non solo culturale, ma anche — e soprattutto — architettonica. Prima, la progettazione degli spazi fitness rispecchiava la necessità specifica di una società che correva: ambienti compatti, percorsi funzionali, superfici riflettenti. Tutto era pensato per ottimizzare il tempo di permanenza, non per trattenere a lungo. La palestra era un corridoio nella giornata, non una destinazione.

Oggi, il progetto architettonico si orienta verso la relazione. Aree comuni più ampie, percorsi fluidi, spazi di sosta e conversazione: la palestra si apre alla lentezza e alla presenza.

Anche l’interior design evolve. La luce naturale diventa elemento da progettare, le texture metalliche lasciano spazio al legno, gli arredi si fanno accoglienti e il minimalismo rigido si ammorbidisce. Le palette si scaldano, le superfici diventano tattili, l’acustica viene curata con maggior attenzione. I luoghi si arricchiscono di nuovi spazi di condivisione, come lounge, coffee corner, piccoli social hub.

©Maroon Architect
L’identità degli utenti si riflette nello spazio, e lo spazio diventa specchio della comunità che lo abita.

Chi entra in palestra oggi non cerca necessariamente lo spazio più funzionale e adatto per allenarsi, ma quello in cui riconoscersi, in cui sentirsi parte di un contesto. Dove gli spazi pubblici urbani si impoveriscono di relazioni e i dispositivi digitali rendono tutto istantaneo e impersonale, la palestra emerge come una nuova agorà contemporanea. Non più soltanto un luogo dedicato al corpo e all’attività fisica, ma uno spazio in cui riconoscersi e sentirsi parte della collettività.

L’architettura è chiamata a rispondere a questi nuovi bisogni, a progettare non solo ambienti funzionali, ma capaci di favorire la condivisione. Luoghi da vivere, dove il corpo si muove, ma soprattutto è.

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